Social network e responsabilità giuridiche

Vademecum rischi e rimedi per un uso corretto dei Social network

afferente l’azione educativa #sicurezza @Pavia

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promossa dalla Provincia di Pavia in collaborazione con la Facoltà di Comunicazione, Innovazione e Multimedialità (CIM) dell’Università degli Studi di Pavia, nell’ambito del Tavolo Permanente Prevenzione Dipendenze del Comune di Pavia. Realizzazione a cura del Prof. Paolo Costa, docente in Comunicazione digitale e multimediale e del Dr. Lorenzo Meazza, legale e giornalista specializzato in ambiente social network.

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Social Network e responsabilità giuridiche

«È solo un social network». Utilizzando scorrettamente Facebook, Twitter, Instagram e la rete in generale, come potrei commettere un reato o recare danno a qualcuno?

Attenzione! Navigando in rete e utilizzando tutti i social network posso benissimo incappare in moltissimi reati, i quali, oltretutto, vengono “firmati” dal nostro account che usiamo o in ogni caso dal nostro indirizzo IP. Per mezzo dei social network corriamo il rischio di compiere, infatti, numerosi comportamenti illeciti che ci possono esporre a dover pagare le conseguenze delle nostre azioni (anche in termini economici) quali ingiurie, diffamazioni, molestie, furti d’identità e tanti altri ancora…

Ma io non ho ancora 18 anni, sono minorenne. Le mie azioni non potranno comportare alcuna conseguenza, giusto?

Sbagliato. Innanzitutto bisogna rilevare come per i maggiori di 14 anni, ma inferiori di 18, sarà il Giudice a decidere caso per caso se si è abbastanza maturi per dover rispondere delle proprie azioni, oppure no. Esiste in ogni caso il Tribunale dei Minorenni, che può portare a conseguenze non indifferenti anche nei confronti di chi non ha ancora raggiunto la maggiore età. E se avete recato una qualsiasi offesa a qualcuno, saranno i vostri genitori tenuti a rimborsare il danneggiato.

Qual è il limite tra scherzo e reato? Quando una frase che scrivo su un social network può costituire un illecito?

In linea generale posso incorrere in un reato quando offendo la reputazione di qualcuno. Questo può avvenire in vari modi, dall’uso di parolacce o commenti “poco carini”, fino all’attribuzione di un fatto preciso che possa comunque costituire un’offesa… Qualora il messaggio sia portato direttamente a conoscenza all’offeso (per esempio un messaggio sulla sua bacheca o in posta privata) rischiamo un’ingiuria, altrimenti il reato più grave di diffamazione; se invece auguriamo qualcosa di brutto a qualcuno (il classico «ti spacco la faccia») incorriamo in una minaccia.

Cosa si intende per cyberbullismo? È un reato?

Il cyberbullismo è un fenomeno consistente in atti di bullismo e molestie effettuati tramite la rete. In Italia non è considerato un vero e proprio reato a sé stante, ma i cyberbulli nella loro condotta commettono tanti delitti che possono portare anche a conseguenze molto gravi. Il cyberbullismo può, infatti, comprendere varie ipotesi di reato, che vanno dall’ingiuria, alla diffamazione, dalla minaccia, alla molestia… e oggi la Polizia Postale è molto attenta nel contrastare fin dalle prime avvisaglie tutte queste attività online.

Mi sono iscritto a un social network con il nome di un mio amico o di un personaggio famoso e per gioco fingo di essere lui. Posso incorrere in qualche guaio?

Ebbene sì, questo comportamento potrebbe integrare il reato di sostituzione di persona e potreste rischiare fino a un anno di carcere. Se, infatti, anche solo per scherzo, viene ingenerata la convinzione di essere un’altra persona tramite un social network e volontariamente o meno vengono creati dei danni – per esempio attraverso frasi, foto o con contatti con altre persone – il pericolo è davvero grosso. Se non volete utilizzare il vostro nome su un social network, usatene uno completamente di fantasia e che non sia direttamente attribuibile ad alcuno.

Chi nutre una particolare avversione per alcune categorie di soggetti (per razza, religione, sesso, orientamento sessuale…) e non perde occasione per manifestarla attraverso i social network può incorrere in qualche sanzione?

Il razzismo e tutte le forme di discriminazione non sono opinioni! Ogni manifestazione che prende di mira il diverso, anche se commessa tramite un social network, può benissimo integrare un reato. La propaganda, l’istigazione o qualsiasi atto di discriminazione fondato su motivi razziali, etnici, religiosi etc, per esempio messa in atto con un messaggio, una foto o un video, sono fortemente repressi dalla legge, che prevede pene fino a quattro anni per questi reati.

«In amore vince chi insiste». Grazie alle mie insistenti e asfissianti “attenzioni” virtuali, su Facebook, Twitter etc, prima o poi cadrà tra le mie braccia!?

Bisogna essere molto cauti. Le condotte persecutorie e assillanti poste in essere anche per mezzo dei social network possono perfino arrivare a configurare il gravissimo reato di stalking. Continue molestie indesiderate, perpetrate tramite messaggi, foto, video provocatori, pesantemente allusivi o addirittura sessualmente espliciti possono costituire una vera e propria persecuzione nei confronti della vittima, la quale può essere colta da stati di ansia e paura. La legge su questo punto non scherza e le pene possono arrivare fino a cinque anni di reclusione.

Capitolo privacy (qualcuno ha detto Spotted?). Un mio amico ha pubblicato su un social network dei dati, delle informazioni o delle immagini sensibili. Posso utilizzarle o divulgarle a mia volta?

Assolutamente no. La legge è molto restrittiva in materia di dati sensibili e un utilizzo di foto o informazioni di un soggetto senza il suo consenso potrebbero portare alle pesanti sanzioni amministrative previste dal Testo Unico sulla privacy o addirittura, nel caso in cui queste informazioni fossero attinenti alla vita privata di una persona, al reato di interferenza illecita, punito fino a quattro anni di reclusione.

Anche con le foto e con i video che pubblico nei social network e in rete posso correre il rischio di commettere un reato?

Certo, i reati di cui abbiamo parlato non si compiono solo attraverso messaggi scritti. Anzi, è spesso tramite immagini e video che vengono commesse alcune delle più gravi offese. Pensiamo a foto che riportano delle persone in pose imbarazzanti o intente in azioni non proprio decorose, oppure sorprese a fare qualcosa di illecito. Tramite le foto e i video c’è oltretutto il rischio di portare a conoscenza dei delitti commessi da un amico, o proprio da noi stessi, al di là del web, come danneggiamenti, furti, maltrattamenti di animali…

Sono stato o sono tuttora vittima di uno di questi reati o presunti tali. Come posso comportarmi per difendermi efficacemente?

Innanzitutto bisogna bilanciare attentamente i comportamenti. Né esagerare per uno scherzo isolato e innocente, ma nemmeno certamente sottovalutare il problema. Il primo rimedio contro un reato commesso a mezzo social network – anche se raramente può rivelarsi efficace – è fare presente l’offesa all’autore. Poi si può segnalare il contenuto offensivo al portale o bloccare il molestatore. Infine, parlarne con amici, genitori o professori per capire veramente quale può essere la portata dell’offesa e del pericolo e valutare assieme a loro se sia il caso di sporgere una denuncia.